Il palazzo, edificato nel 1376 da Giovanni Attendoli, padre di Muzio Attendolo Sforza, fu dichiarato Monumento Nazionale per l’Arte e per la storia nell’anno 1892, ma ciò non valse a salvarlo dalla distruzione. Ricostruito fedelmente nel rispetto dell’originale armoniosa struttura nel 1961, conserva inglobati in alcune sue parti elementi architettonici originali, rimasti fortunatamente integri dopo il crollo. In particolare è stato ricollocato sopra l’ingresso del Palazzo il rosone in cotto con lo stemma degli Sforza dal quale, tra l’altro, è stato tratto l’attuale stemma della città. Nel cortile interno del palazzo si possono ancora ammirare le leggiadre colonne del loggiato e vari altri pezzi di valore, come la stele funeraria di Caio Vario.